Viaggio nel cuore del Sistema, intervista a Luis Castro

E’ stato interessante conoscere El Sistema, l’istituzione venezuelana che offre gratuitamente un’educazione musicale, e tirare un sospiro di sollievo pensando a come la cultura sia ancora decisiva nella crescita di un bambino.

Autore: Giulia Cucciarelli

18 Luglio 2017
E’ stato rinfrancante osservare come l’arte sia d’aiuto in ambienti non facili e in contesti a noi lontani, e che il modello didattico così fortemente voluto dal M° José Antonio Abreu stia dando buoni frutti anche nel nostro Paese.

Ora è il momento di capire come sia possibile tutto questo, quale sia la formula magica della didattica che da 42 anni tiene banco in Venezuela e non solo, mantenendo attivi più di 300 nuclei in tutto il Paese.

Lo chiediamo a chi respira fin da piccolo l’atmosfera del tocar y luchar, il direttore d’orchestra, compositore e docente Luis Alberto Castro, giovane ma dal lunghissimo curriculum.

Originario di San Cristóbal, nelle Ande venezuelane, debutta come cantante solista della scuola sancristobalense “Bustamante”, in varie edizioni del Festival “Cantaclaro”. Nel 1991 entra a far parte delle “Voci Bianche del Táchira”, partecipando a molti Festival di voci infantili.

L’incontro con il suo strumento, il corno francese, avviene a 16 anni, grazie alla Fundación Orquesta Juvenil del Táchira.

Incredibile la portata degli eventi a cui ha avuto modo di partecipare come membro del Sistema orchestrale venezuelano: il Concerto speciale in occasione dell’Esposizione Mondiale “Hannover 2000”, il Concerto per la consegna del premio “Príncipe de Asturias 2008” al M° Abreu in Spagna, l’evento inaugurale dei giochi olimpici “Londra 2012” a Stirling e le lunghe tournée in America, Europa e Asia, diretto da maestri come Daniel Baremboin, John Williams, Sir Simon Rattle e ovviamente Claudio Abbado, da sempre innamorato de El Sistema.

Come strumentista ha partecipato a incisioni per la Deutsche Grammophon e ha conosciuto sale da concerto come la Royal Albert Hall di Londra, il Teatro alla Scala di Milano, la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles; come direttore d’orchestra ha accompagnato l’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar de Venezuela, solo per citarne una, oltre ad un infinito elenco di orchestre sinfoniche giovanili; in veste di compositore è l’autore della musica ufficiale dei Campionati Nazionali Giovanili del Venezuela “Andes 2005” e “Llanos 2007”, interpretata dal vivo durante la chiusura dei Giochi, sotto la sua direzione.

Il 2009 è l’anno del debutto dei suoi concerti per Corno n° 1 e 2 a Caracas, eseguiti dall’Orchestra Giovanile Teresa Carreño e dall’Orchestra Sinfonica giovanile di Chacao.

Nel 2015, dopo aver composto la “Rock Ouverture” per il concerto di rock sinfonico dell’Orchestra Nazionale dell’Ecuador, si occupa dell’arrangiamento di una selezione di brani rappresentativi della musica venezuelana per il programma “Horn Hangsouts”, condotto dalla celebre cornista Sarah Willis e da lei stessa eseguiti insieme all’ Ensamble di corni della Simón Bolívar de Venezuela.

-Luis, come hai incontrato El Sistema?

Il mio ingresso nella musica fu in un coro di bambini, nella mia città natale, San Cristóbal: in quel periodo abbiamo realizzato concerti insieme alle orchestre infantili e giovanili che El Sistema aveva in città, lì conobbi i diversi strumenti dell’orchestra e strinsi molte amicizie.

Durante l’adolescenza dovetti abbandonare il coro infantile in quanto la voce cominciava a cambiare, e fu in quel momento che un amico del coro mi disse che erano aperte le iscrizioni per studiare corno all’interno de El Sistema.

Fu così che mi presentai presso il nucleo della mia città, sostenni un piccolo test e fui accettato per iniziare a studiare lo strumento e tutte le materie teoriche di base, completamente gratis.

Con il passare del tempo presi parte a diverse orchestre, e già dopo un paio d’anni ebbi l’opportunità di dare lezioni di corno per la prima volta, e nel 1999 diressi un’orchestra pre-infantile.

Nel 2000 entrai nell’ Orquesta Sinfónica Nacional Infantil y Juvenil, e continuai ad alimentare sia la mia passione per l’insegnamento, scrivendo i miei primi materiali didattici, sia quella per la direzione d’orchestra, debuttando come direttore in varie orchestre del Paese.

Perché restare come docente?

Principalmente perché questo per El Sistema è un principio fondamentale: tramandarsi valori e conoscenze da una generazione all’altra, per continuare a crescere insieme come una gran famiglia.

Credo che non ci sia niente di più gratificante della possibilità di agevolare la nascita di nuovi talenti. Inoltre, insegnare è un modo per restituire, in un certo senso, tutto il tempo e l’attenzione che l’istituzione ci ha donato durante la nostra formazione.

Come si svolge una giornata di lezione in un nucleo de El Sistema?

Si svolge in diversi modi, a seconda del livello musicale dei diversi alunni.

Per quanto riguarda il livello iniziale, la giornata si sviluppa in lezioni in cui il bambino impara a conoscere e a distinguere i vari strumenti che formano l’orchestra, e partecipa a gruppi corali o orchestrali di avviamento, come “l’orchestra di carta”.

Per gli alunni di livello infantile e adolescenziale ci sono lezioni individuali con lo strumento, laboratori di preparazione musicale e prove con i vari gruppi che esistono in ogni nucleo (orchestre, ensambles…)

Puoi raccontarci qualcosa sui metodi didattici?

Personalmente credo che la metodologia de El Sistema sia molto varia per quanto riguarda l’insegnamento dei diversi strumenti, inoltre durante gli anni si sono avvicendati moltissimi insegnanti venuti da ogni parte del mondo, che hanno apportato nuove idee e tecniche di insegnamento assimilate poi dai docenti venezuelani, che le hanno adattate alla realtà del contesto sociale e culturale del nostro Paese.

Ovviamente, con il passare del tempo, El Sistema ha messo a punto metodi propri, come ad esempio i Manuales de Base Técnica per tutti gli strumenti, fornito libri e materiale audiovisivo, ma in linea di massima il metodo di insegnamento de El Sistema è in costante evoluzione, pronto ad adattarsi ai cambiamenti e ad ascoltare le nuove idee provenienti da chi desidera partecipare al progetto di crescita di questo programma.

Qual è il tuo metodo personale?

Il mio metodo si basa sullo studio e la relazione tra l’approfondimento dei principali aspetti dell’esecuzione degli ottoni, con lo studio e lo svolgimento in gruppo di passaggi di opere orchestrali: lo studente, con la mia metodologia, svolge esercizi tecnici mentre assimila le parti più complesse del repertorio che eseguirà poi con l’orchestra o con qualunque altro gruppo.

Ho appena terminato il mio primo manuale per l’apprendimento dei passaggi orchestrali, ispirato al repertorio di Peter Tchaikovsky, per il quale ho messo a punto 385 esercizi dedicati allo studio di 20 opere di questo compositore.

Mi piacerebbe molto che questo tipo di materiali diventasse uno strumento per ridurre il tempo di apprendimento dei bambini e ragazzi che si avvicinano al mondo degli ottoni, così come vorrei contribuire all’unificazione dei metodi di studio delle opere musicali dei compositori più importanti.

In cosa El Sistema è differente rispetto agli altri modelli?

Penso che si distingua per l’inclusione sociale e per il fatto che El Sistema non nasce per formare musicisti, ma persone complete, in questo caso attraverso l’educazione musicale, senza distinzioni di nessun genere.

La situazione attuale venezuelana ha influito sulle attività?

Non è un segreto per nessuno che il nostro Paese viva attualmente in condizioni particolari che hanno influito in ogni ambito.

Secondo la mia personale opinione, El Sistema continuerà a tocar y luchar, in qualunque circostanza, per difendere la gioventù, che è il tesoro più prezioso di cui disponiamo. Credo che El Sistema abbia sempre messo in chiaro la sua appartenenza al Paese intero, senza distinzioni di nessun tipo, ed è qualcosa che tutto il mondo deve sapere: il nostro lavoro si basa sulla crescita umana e artistica dei bambini e ragazzi venezuelani.

Cosa auguri a El Sistema e dove si può ancora migliorare?

Non posso che augurare a El Sistema lunga vita, questa è un’attività assolutamente necessaria per lo sviluppo di un Paese, ed in questi 42 anni è stato senza dubbio dimostrato che quello di Abreu è il progetto di inclusione sociale più importante nella storia del Venezuela, e mi azzarderei a dire anche di questa parte del continente; milioni di venezuelani ne hanno tratto beneficio.

Ritengo che un aspetto che può ancora migliorare, anche se lo sta già facendo, è la costruzione di infrastrutture adeguate, affinché tutti i nuclei del Paese possano ricevere e formare ancora più bambini e adolescenti che ne facciano richiesta, e lo dico perché ogni mese sale il numero degli interessati a far parte di questo meraviglioso programma educativo in tutti gli angoli del Venezuela.

 

Quando la testimonianza deriva dall’esperienza diretta, non c’è molto da aggiungere, ma visti i risultati, c’è forse tanto da imparare.

 

Giulia Cucciarelli

Teatro Regio Parma – Accademia Verdiana

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