Il Quartetto Casals

all’Unione Musicale

Autore: Francesco Bianchi

7 Dicembre 2018
Il quartetto Casals è stato il protagonista del bellissimo concerto che si è svolto mercoledì sera al conservatorio, organizzato dall’Unione Musicale. Il programma ha visto andare in scena tre quartetti di Beethoven e uno di Mauricio Solelo: un repertorio decisamente impegnativo sia tecnicamente che al livello interpretativo.
I primi due quartetti di Beethoven (op.18 n.4 e op.59 n.3 Razumovskij) oltre ad essere un perfetto esempio dello stile cameristico classico, esprimono una tensione interiore e una drammaticità irrisolta (soprattutto nel primo, in do minore) che li rendono dei capolavori senza tempo. Il quartetto “Quasar vB-131” di Solelo, dedicato proprio dal compositore al quartetto Casals, riprende temi dal quartetto op.131 di Beethoven (da qui il numero nel titolo) e li approfondisce, esplodendo in particolare il significato armonico e concettuale che la sesta “napoletana” assume all’interno dell’architettura formale del quartetto. Infine, l’op. 131, un capolavoro della musica da camera e non solo. Lo scavo concettuale e psicologico di questo quartetto lo rende una composizione dal respiro universale, che si snoda fra adagi intimi e riflessivi e movimenti incalzanti violenti. Probabilmente una delle prove più difficili che un quartetto può affrontare.
Il quartetto Casals ha eseguito questo programma con grande maestria e professionalità. A partire dall’op. 18 n. 4 si è percepita subito l’intesa perfetta fra i quattro musicisti, che permette loro di produrre un suono compatto e uniforme che lascia al contempo emergere con grande distinzioni le diverse linee melodiche delle composizioni. L’esecuzione del n. 3 dell’op. 59 ha messo in luce come le capacità espressive del quartetto Casals, capaci di rendere al meglio l’atmosfera tragica e patetica del secondo movimento e passare poi alla bruciante vivacità dell’”Allegro molto” finale, in cui il virtuosismo dei quattro componenti è emerso con forza.
Il secondo tempo del concerto è cominciato con “Quasar vB-131” di Solelo, che è stato interpretato magistralmente, riuscendo a ridare tutte le sfumature e i giochi di luce, dal buio di zone più armonicamente oscure, fino alla luce di potenti “allegri”, che caratterizzano la composizione. Infine, con l’op. 131 il quartetto ha dato prova di essere un ensemble davvero completa: perfetta dal punto di vista tecnico e soprattutto interpretativamente. Il percorso di questa composizione infatti attraversa le regioni più intricate e più profonde dell’animo umano con la purezza della melodia e il quartetto Casals è riuscito ad esprimere questa compenetrazione di apollineo e dionisiaco che Beethoven ha eternato in queste pagine di musica.
In conclusione, si può affermare che il quartetto Casals è di certo uno dei protagonisti della scena mondiale della musica da camera, e non possiamo che ringraziare l’Unione Musicale che ci permette di ascoltare questi fantastici interpreti.

Francesco Bianchi

Teatro Regio Parma – Accademia Verdiana

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