Festival Cristofori: la nascita

Cosa significa organizzare oggi un Festival Pianistico? Ancor più, cosa significa crearlo?

Autore: Alessandro Tommasi

20 Agosto 2018
Cosa si intende per “Festival”? Che interessi intercetta quest’idea? Che visione ho in mente?

 

Queste sono domande fondamentali da porsi, quando si inizia a costruire una manifestazione musicale. La nascita del Festival Pianistico Internazionale Bartolomeo Cristofori è stata però, seppur travagliata, piuttosto semplice. Bartolomeo Cristofori, l’inventore del pianoforte, era padovano: occorreva dare valore ad una figura di assoluto rilievo nella storia della musica, con un evento che si svolgesse negli ultimi dieci giorni di settembre, dal 21 al 30. Ma un festival pianistico, in una città dalla già ampia e variegata offerta culturale come Padova, è una sfida interessante, soprattutto se lo si vuole rendere “internazionale”. Perché sia tale, il primo passo è assicurarsi un’offerta che sebbene agli esordi possa portare nella città artisti dalla scena internazionale: Italia, Germania, Russia, Croazia e Ucraina i paesi rappresentati quest’anno.

Il secondo passaggio è coinvolgerli in una programmazione interessante e che riesca a trovare il giusto mezzo: ricercatezza ma non elitarismo. Così è nata “Storie di Canti”, l’idea di dedicare la prima edizione del Festival Cristofori ad uno degli elementi più importanti nella musica: il canto popolare. Una delle caratteristiche uniche del formato festival, infatti, è la possibilità di dedicarsi a temi e tematiche con grande agilità, che siano però sempre uno stimolo e mai una gabbia. Concentrando la sua programmazione in un ristretto periodo, dieci giorni in questo caso, esso può presentare percorsi, approfondire argomenti, generare connessioni, garantendo un’esperienza completa e stimolante per il suo pubblico.

Il terzo passaggio per rendere un festival veramente internazionale è renderlo unico. Ci sono festival che godono di luoghi dalla natura rigogliosa e suggestiva, altri che hanno alle spalle secoli di storia artistica e musicale, altri ancora che puntano alla più pura e schietta eccellenza artistica. Ma tutti questi progetti, per poter essere davvero internazionali, non trascendono e non possono trascendere un onesto e solido collegamento con il contesto che li ospita. Per un Festival agli esordi questo è assai complesso da realizzare, ma l’idea è proprio quella: Padova come città che ha dato i natali a colui che lo strumento l’ha fondamentalmente inventato, Padova Capitale del Pianoforte. Per farlo abbiamo iniziato subito ricercando una connessione con alcune delle più importanti istituzioni locali, in primo luogo i Conservatori di Padova, ente promotore del Festival, e Adria, facendo eseguire un intero recital ad un loro studente il 25 ed il 28 settembre. Il coinvolgimento del Conservatorio di Adria, che ci auguriamo possa estendersi in futuro anche a quello di Rovigo, nasce anche dal desiderio di uscire dal solo territorio padovano, per portare frammenti di Festival Cristofori in giro per il Veneto.

Con l’intento di trovare nuovi spazi è sorto quindi anche il coinvolgimento di Kalatà, cooperativa piemontese che porterà nelle piazze di Padova e Rovigo tra il 15 e il 17 settembre Ossigeno, un teatro gonfiabile che ospiterà intere giornate di brevi appuntamenti musicali. Dieci minuti di musica con due minuti di presentazione, per tutto il pubblico che voglia avvicinarsi a questa bianca cupola improvvisamente comparsa nelle loro strade. Sempre per raggiungere nuovi pubblici è nata anche la collaborazione con Limerick, coraggiosa libreria sita in uno dei quartieri della periferia padovana, che già ospitava degli interessanti e affollati incontri dedicati alla storia della musica rock e indie, per merito della brillante figura di Alessandro Liccardo. E proprio con lui mi occuperò di tenere due interventi. Uno il 18 settembre, dedicato al rapporto tra Modest Moussorgskij e gli Emerson, Lake & Palmer in quel capolavoro che è Pictures at an exhibition, storico album del ’71. Un altro, il 25 settembre, dedicato al folclore spagnolo, tra compositori francesi e gruppi moderni, occasione anche per presentare al pubblico padovano i primi numeri cartacei di Quinte Parallele. Entrambi gli incontri non sono autoconclusivi: il primo rilancia all’esecuzione dei Quadri da un’esposizione di Moussorgkij il 22, il secondo ai vari concerti del Festival che vedono come protagonista il repertorio spagnolo, in particolar modo quello di Alessandra Ammara il 27.

 

Il Programma

 

Artisti e programmi sono i primi punti elencati nella programmazione: è giunto quindi il momento di presentarli.

 

Il Festival Cristofori verrà inaugurato il 21 settembre con un concerto in grande stile: il Duo Pianistico di Padova, formato da Leonora Armellini e Mattia Ometto, che si esibirà con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Luigi Piovano. In programma la Sinfonia n. 3 “Scozzese” di Mendelssohn, che, pur rifuggendo l’approccio folcloristico, finisce per ricreare nelle suggestioni paesaggistiche ampi echi popolari. A questa segue una pagina di rara esecuzione: la Ballata Scozzese per due pianoforti e orchestra di Benjamin Britten. Se Mendelssohn era più scettico verso l’utilizzo di temi popolari, questo non è il caso di Britten, che li richiama direttamente nella sua Ballata, un brano alquanto insolito, a tratti cupo e funebre, a tratti fresco e vivace. Ciò che è, con altro stile, il Concerto per due pianoforti e orchestra di Poulenc, ammiratissimo da Britten stesso. Il Concerto di Poulenc è letteralmente una giostra, che vorticosamente affianca momenti di  evanescenti atmosfere giavanesi a richiami classici, istanti spagnoli ad un frammenti dal carattere schiettamente francese. Cosa meglio di questo per aprire un Festival dedicato al rapporto tra musica colta e influenze popolari?

Il secondo concerto, il 22 settembre, è invece interamente dedicato a compositori slavi che fecero del linguaggio popolare la base del proprio stile compositivo. Antonii Brayshevskyi, uno dei principali pianisti ucraini di oggi, vincitore del Rubinstein di Tel Aviv e secondo al Busoni di Bolzano, passerà infatti da una scelta di Mazurche di Chopin ai Quadri da un’esposizione di Moussorgskij, offrendo nel mentre una rarità: i Cinque Preludi op. 44 di Lyatoshinky, compositore che unì un carattere distintamente ucraino ad uno stile di forte influenza post-skrjabiniana. A completare il programma anche i celebri Tre movimenti da Petrouchka di Stravinskij, brano in cui il carattere rustico e robusto del folclore slavo emerge preponderante. Baryshevskyi replicherà poi il concerto al Teatro Ferrini di Adria il pomeriggio seguente.

 

Il terzo concerto si terrà il 23 settembre e sarà un’apertura verso la musica da camera. Il Trio di Parma darà un concerto interamente dedicato ad autori tedeschi che al canto popolare riservarono ampia attenzione: Haydn, Beethoven e Schumann. Del primo eseguiranno il Trio n. 29, dal caratteristico finale in stile tedesco, dell’ultimo il Terzo Trio in sol minore op. 110, composto lo stesso anno della pubblicazione dei Cinque pezzi in modo popolare. Ma Beethoven sarà il vero cuore del programma. Del compositore di Bonn verranno eseguite insieme al tenore tedesco Moritz Kallenberg alcune delle Canzoni continentali, una delle sue raccolte di canti popolari più significative ed interessanti.

 

Alberto Miodini, pianista del Trio, e Moritz Kallenberg torneranno il giorno successivo in un concerto che è tra i più interessanti dell’intero Festival Cristofori: dopo una scelta di Lieder di Schubert, i due proseguiranno con i Cinque canti op. 15 di Bartók (autore che non poteva mancare), i Fünf Lieder op. 40 da testi di Andersen e Chamisso di Schumann, il meraviglioso Combat del somni di Federico Mompou e le Siete Canciones populares Españolas di De Falla, proseguendo tanto il percorso tedesco, quanto quello franco-spagnolo.

 

Il 26 sarà invece la volta della pianista russa Zlata Chochieva, che tornerà sui temi slavi in un concerto dedicato alla danza. Dopo la rielaborazione pianistica della Terza Partita per violino di Bach ad opera di Rachmaninov, la pianista proporrà una scelta di Mazurche di Chopin e Skrjabin, queste ultime delle vere gemme di rarità, facendo poi seguire il secondo Mephisto Walzer di Liszt, autore cosmopolita per eccellenza. Chiuderà il concerto la Prima Sonata di Rachmaninov, di trascendente difficoltà e dal carattere spiccatamente russo, con le sue suggestioni di una sacralità ortodossa.

Il 27 Alessandra Ammara si dedicherà invece al rapporto tra folclore spagnolo e compositori francesi. Il concerto comincerà con tre Sonate di Scarlatti, autore importantissimo per la musica spagnola, per poi proseguire con El Albacin di Albeniz, Gaspard de la nuit di Ravel (con il suo Scarbo dal capriccioso carattere spagnoleggiante) e infine con il secondo libro dei Préludes di Debussy, caleidoscopio di ispirazioni esotiche fra cui appare anche uno dei più celebri: La Puerta del Vino. La pianista replicherà il concerto il giorno successivo ad Adria.

 

Concluderà quindi il Festival il 30 settembre uno dei più celebri pianisti viventi: Ivo Pogorelich. Il musicista croato condurrà una sorta di sintesi di due dei grandi percorsi che animano il Festival: da un lato quello tedesco, rappresentato dallo Schumann degli Studi Sinfonici (op. postuma inclusa), che già era stato protagonista dei concerti del 23 e 24 settembre; dall’altro quello russo, con la Seconda Sonata di Rachmaninov, completando quindi quanto già iniziato da Zlata Chochieva con la Prima. Fra i due brani, un piccolo momento finlandese con la Valse triste di Sibelius, brano assai caro al pianista.

Per permettere al pubblico di avere nuove chiavi di lettura del repertorio, tutti i concerti saranno introdotti da una conferenza di una mezz’ora dedicata al programma, tenuta da Luca Ciammarughi per i primi quattro concerti e da me per i restanti. Sempre con l’obiettivo di concedere un accesso il più vasto possibile, i biglietti avranno prezzi assai accessibili: 10€ l’intero, 5€ il ridotto per studenti. Un ulteriore passo nel percorso per unire internazionalità e accessibilità al Festival Cristofori.

Alessandro Tommasi

Teatro Regio Parma – Accademia Verdiana

Written by Alessandro Tommasi

Viaggiatore, organizzatore, giornalista e Pokémon Master, studia pianoforte a Bolzano, Padova e Roma e management culturale alla Rome Business School e alla Fondazione Fitzcarraldo. È Head of Artistic Administration della Gustav Mahler Jugendorchester e direttore artistico del Festival Cristofori e di Barco Teatro. Nel 2021 è stato Host degli Chopin Talk al Concorso Chopin di Varsavia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro, dedicato all'opera pianistica di Alfredo Casella. Dal 2019 è membro dell'Associazione Nazionale Critici Musicali.

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